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Categoria: paesaggio

Periodo: 2011

Località: ITALY - CABRAS

Committente: COMUNE DI CABRAS

Coordinatore: arch. Angelo Venturi

Team: arch. Antonello Stella, arch. Angelo Venturi, arch. Elisa Spada, arch. Carlo Ottaviani

Collaboratori: Riccardo Bortolotto, Giuseppe Coppola, Riccardo Feligiotti, Santo Alessandro Tamburello

Concorso: concorso finalizzato alla definizione dei contenuti architettonici e paesaggistici per la creazione di un polo museale con l'ampliamento del museo civico esistente al fine della musealizzazione di una parte del patrimonio scultoreo della necropoli di MONT'E PRAMA

Premi e riconoscimenti: 4° Classificato

progetto

RELAZIONE ARCHITETTONICA

Il progetto per l'ampliamento del Museo Civico Archeologico di Cabras nasce a seguito di un doppia esigenza, come richiesto dal bando: da una parte musealizzare i nuovi ritrovamenti del patrimonio scultoreo della necropoli di Mont'e Prama e dall'altra riqualificare l'area attualmente di pertinenza del Museo ricollegandola allo stesso tempo al sistema dei percorsi naturalistici ed urbani del territorio di Cabras.

Il progetto qui presentato si inserisce in una strategia complessiva, già in atto, di rinnovamento urbanistico di Cabras, a partire dalla nuova sistemazione dell'area prospiciente la Chiesa principale del paese e affacciata sullo stagno.

Partendo dalla seconda esigenza, più legata al rapporto tra architettura e contesto, la proposta qui presentata vuole rapportarsi sia all'edificio esistente, che ci sembrava già un buon punto di partenza nel senso di un corretto rapporto tra architettura, contesto locale e paesaggio circostante, che con la natura esistente.

E' soprattutto nel suo impianto planimetrico che l'edificio del nuovo ampliamento cerca un rapporto con il paesaggio circostante, disponendosi in forma allungata sul terreno accanto all'edificio esistente, così da non occupare in modo indifferenziato il suolo e instaurando allo stesso tempo un rapporto percettivo diretto con lo spazio esterno naturale.

Questo tipo di impianto crea così una corte aperta verso l'ingresso esistente, fruibile dai visitatori direttamente dagli spazi collettivi interni del museo (caffetteria, bookshop e spazi didattici), caratterizzata dalla presenza diretta dell'acqua e della vegetazione.

Per quanto riguarda gli alzati, l'architettura del nuovo edificio vuole creare un dialogo con l'architettura della preesistenza basato non su di una volontà mimetica quanto sul ritrovare la stessa sensibilità di approccio nei confronti del luogo richiamando il tema delle pareti inclinate in un unico punto in corrispondenza della vista dall'ingresso su via Tharros, che rappresenta il fronte più urbano e quindi più in continuità con l'immagine urbana del complesso.

Il rapporto con l'architettura del museo esistente è piuttosto cercata in un senso percettivo, attraverso l'uso dei materiali.

Verso lo stagno la parte espositiva vera e propria, quella che accoglie le sculture si snoda nel primo braccio ad "L" dell'edificio in continuità diretta con il percorso espositivo esistente che è visibile anche dall'esterno verso lo stagno stesso, ma non dalla corte interna, nella volontà di incuriosire i fruitori del percorso naturalistico ma anche di restituire alle sculture una dimensione più originaria di collocazione nel paesaggio. Le pareti esterne dell'edificio hanno un trattamento diverso a seconda della loro esposizione e del rapporto con il paesaggio esterno. Per questo tutte le pareti esposte a sud (da sud est a sud ovest) sono più chiuse, al fine di garantire una migliore inerzia termica soprattutto nel periodo estivo, mentre le pareti esposte a nord sono più aperte: quella verso lo stagno per dare un rapporto diretto tra le statue ed il paesaggio esterno ma soprattutto per collegare anche visivamente i percorsi esterni con il contenuto del museo.

I materiali utilizzati per le pareti e la copertura sono il calcestruzzo pigmentato con ossidi ferrosi , che donano un colore rossastro che riprende il trattamento delle facciate del museo esistente, mentre le facciate esposte a nord verso la corte e quella verso lo stagno sono in vetrocamera. Le pareti del corpo dei servizi verso la via Tharros, sempre in cls pigmentato, hanno una colorazione diversa, più chiara e ancora più simile all'esistente. Tutto l'edificio è rialzato di 60 cm rispetto al terreno per garantire una buona protezione dall'umidità.

Dal punto di vista delle sistemazioni esterne si è voluto inserire l'ampliamento all'interno dei percorsi del parco che intersecano l'area di intervento coinvolgendola direttamente in un rapporto che vede lo spazio interno della nuova ala del museo percepibile dall'esterno e dai percorsi naturalistici.

Per quanto riguarda gli aspetti museografici si è deciso di allestire le sculture in modo lineare e continuo in sequenza. Questa scelta deriva dalla impossibilità di ricreare le condizioni del sito originale di ritrovamento anche per l'eterogeneità dello stesso che suppone ritrovamenti integri misti a ritrovamenti per frammenti ( si ricorda a questo proposito la versione del Tronchetti sui frammenti "gettati").

Si è scelto quindi un allestimento il più possibile neutro che esalti allo stesso tempo la "singolarità" di ogni statua. Nella disposizione sequenziale viene mantenuta la visione a 360 gradi seppur più accostata alle pareti cieche per evitare una illuminazione troppo diretta se non in modo radente durante le ore crepuscolari.

L'illuminazione delle sculture è affidata principalmente ad un sistema di illuminazione d'accento con proiettori a led appesi al soffitto.

RELAZIONE PAESAGGISTICA

Il carattere del luogo

Il progetto muove da una prima considerazione: come l'area di intervento abbia un carattere, quello di essere un'area di costa connotata fortemente dalla presenza di zone umide.

La tessitura dell'acqua, il suo colore, varia in funzione dell'andamento topografico del terreno; a piccoli dislivelli corrisponde una differente vegetazione e conseguente capacità di ospitare differenti specie di uccelli.

Le sistemazioni esterne

La scelta progettuale è dunque quella di fare entrare l'acqua all'interno delle sistemazioni esterne della nuova ala del museo.

In continuità con la zona umida esistente che va dalla linea di costa al limite dell'area del museo, si realizzano due laghi; il primo, esterno al museo, avrà un carattere maggiormente naturale. I bordi, in terra ed erba, sono caratterizzati da una vegetazione di tipo igrofilo.

Il secondo, interno alla corte, avrà un carattere di maggiore artificialità, con acqua limpida e una pavimentazione circostante in doghe di legno.

Il confine sud ovest è marcato da un fitto bosco di eucalipti che diventano la quinta scenica della nuova ala in progetto.

Il sistema dei percorsi

La linea di costa presenta un sistema di percorsi in terra stabilizzata che rendono fruibile il susseguirsi delle aree umide e dei tratti di spiaggia. In prossimità dell'area del museo questo sistema si interrompe generando una discontinuità.

Il progetto si pone l'obbiettivo di ricucire questa frattura cercando la connessione con la linea di costa, l'area sportiva adiacente e la piccola spiaggia con le imbarcazioni.

Si implementa anche la connessione tra il museo esistente e la nuova ala in progetto. Questo percorso in particolare, all'altezza del fronte sud della nuova ala diventa luogo di comunicazione dei valori paesaggistici e culturali del luogo.

Il ponte che attraversa e marca la divisione tra l'area umida esistente e lo specchio d'acqua in progetto è caratterizzato da parapetti che fungono da supporto al sistema di comunicazione; il lato verso la costa presenterà informazioni relative alle caratteristiche paesaggistiche dell'area, il lato verso il museo racconterà la presenza delle statue di recente ritrovamento che saranno visibili a distanza attraverso la vetrata del museo.

Il progetto include e rielabora la postazione di birdwatching esistente (e punto informativo sull'area naturalistica esistente) a nord dell'area esterna del museo. Questa, inserita nel sistema di percorsi, diventa il punto nodale di connessione tra la costa e il museo.